Da piccola, una volta appreso cosa fosse la “a privativa”, ricordo che a un certo punto credevo che la parola amore portasse con sé il significato “senza more” (da grande poi ho realizzato che così tanto lontana, a parte l’omissione di una “t”, con l’etimologia della parola “amore” non ci ero poi così andata). Per come avevo inteso, l’amore doveva essere per forza qualcosa senza spine.
Sull’amore se ne sono scritte e dette tante, fin troppe – forse non ancora che volesse dire “senza more”, ecco. Attorno all’amore sono nati pure infiniti cliché che continuano ad alimentarsi, anno dopo anno. I cliché sono il male, un po’ dell’amore, un po’ di tutto. Comunicazione compresa.
Eppure esistono e, in un certo senso, proprio a chi si occupa di comunicazione servono come il pane. A cosa? A prendere la scorciatoia, quando non si hanno idee, competenze, creatività – e il risultato è quel che è; a evitare le strade più battute, a trovare idee originali, a concentrarsi non tanto sull’effetto “WOW” (che col cliché, comunque, è solo un’illusione) e a cercare l’insight, la retta via.
In questo numero di Brand con Personalità vedremo assieme come una marca decisamente famosa sia riuscita a evitare i cliché del suo settore e a mostrare tutta la sua personalità.
Se dico “meta d’amore” tu pensi a…
Restando in Italia, probabilmente a Venezia.
Uscendo dai confini, moi, je dirais Parigi.
Le destinazioni stesse possono diventare un cliché. Ma questo gioca a loro vantaggio, almeno finché quel certo posizionamento non inizia a star loro stretto… Non è certo il caso della capitale parigina, che è ben lieta di essere associata all’amore e che, per questo, ogni anno accoglie centinaia di migliaia di cinguettanti amoureux. Ma Parigi è anche moda, lusso, buon cibo… Altre forti associazioni che rimandano a questa città.
I cliché, di contro, possono essere un problema – come abbiamo già detto –, per i brand che hanno bisogno di comunicare in modo differenziante. Quando si parla di compagnie aeree, per esempio, la pubblicità mostra spesso aerei (ovvio), hostess (più che steward), immagini di vacanze (palme, cocktail, majas desnudas sulla battigia, coppie felici…). Per l’appunto: i soliti cliché.
Quando nel 2015 Air France lanciò lo spot pubblicitario France is in the Air, la sfida che si trovò ad affrontare fu proprio questa: riuscire a comunicare il suo posizionamento premium evitando i cliché del settore.
France is in the Air
“L’8 marzo 2015, in continuità con la campagna lanciata nel marzo 2014, Air France ha lanciato il nuovo film pubblicitario France is in the Air in Francia e in altri cinque Paesi (Stati Uniti, Brasile, Giappone, Cina e Italia). Trasmesso sui canali televisivi, nei cinema, sui media digitali e sui social network, questo spot pubblicitario esprime l’apertura della compagnia aerea al mondo e il suo orgoglio di offrire un viaggio unico alla francese, con eleganza, inventiva e umorismo. Lo spot rappresenta il meglio della Francia: una Francia positiva, accogliente e stimolante, una luce che brilla in tutto il mondo.
Poche settimane dopo il lancio, il nuovo film pubblicitario di Air France è stato visto più di 8 milioni di volte su YouTube” (fonte: Corporate Air France).”
“Dal momento del lancio, l’immagine del marchio dell’azienda ha registrato un notevole incremento di positività nei principali mercati (Francia +9%, Brasile +15%, Giappone +23%, Cina +5%) e un significativo aumento delle vendite (Brasile +15%, Russia +20%, USA +10%, Giappone +16,3%, Cina +23%)” (fonte: BETC London).
Amor omnia vincit? Sì. Ma anche un eccelso lavoro di branding mica scherza.
Se vuoi davvero differenziarti, inizia dalle cose più semplici.
Come evitare i cliché* quando comunichi al tuo pubblico.
Ma adesso, su, a nanna.
Un sorriso,
da me